venerdì 10 febbraio 2012

Dopo aver data l'assalto un paio di volte all'Ulysses senza mai arrivare a metà libro, sfiancato da personaggi irritanti e da dialoghi intorno ad argomenti di cui non mi può importar di meno, ritento l'impresa con la debita attrezzatura: un ponderoso apparato critico, niente fretta, nessuna illusione di facile lettura.
Forse è una fissazione da alpinista: come uno che colleziona gli Ottomila, mi sono già bevuto (e con parecchia soddisfazione) i Karamazov, Infinite Jest, Arcipelago Gulag, il Cavallo Rosso.
Mi sono rimasti fuori il presente Ulysses, la Recherche e l'Uomo senza qualità. Sto preparando corde e scarponi.

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